mercoledì 17 marzo 2021

Toponomastica presente nel mio romanzo "Larth - Storia di un Etrusco"​. I cognomi Heskanas, Velianas, Harulenas, Purthnas, Tethnas, Cainas

Molti lettori mi chiedono approfondimenti per quanto riguarda un aspetto del mio romanzo ossia i nomi dei personaggi.

In appendice del volume è presente un nutrito glossario in cui affronto questo aspetto, tuttavia, vale la pena evidenziare come nascono i nomi di questi personaggi.

Abbiamo in primo luogo, alcuni personaggi che sono storicamente attestati, ad esempio quello che con grafia latina italianizzata è volgarmente noto come Lars Porsenna.

Porsenna è per la vulgata, quel re (Lucumone) di Chiusi che Tito Livio ci dice mise Roma sotto assedio.

Secondo Giulio Maria Facchetti sarebbe attestato il cognome Purthnas.

Nel mio romanzo, vi è un Lavchume di Clevsi, di nome Larth Purthnas, anche se come per altri personaggi, esso viene a trovarsi in un tempo diverso, anche se leggermente da quello in cui viene tradizionalmente collocato. Infatti l'Assedio di Roma è datato 508 a.c. mentre i fatti del mio romanzo fanno riferimento a poco più di trent'anni prima.


Altri nomi realmente attestati ricorrono nel mio romanzo, nomi provenienti da epigrafi su iscrizioni tombali, o dai rari testi, come il Liber Linteus, la Tegola di Capua, la Tabula Cortonensis, o le Lamine di Pyrgi.

Ed infatti, il protagonista si chiama Larth Velianas, e porta il cognome di Thefarie Velianas, di cui parlano queste ultime, come colui che dedica il Tempio presso cui si trovano queste lamine a Uni Alastres (Astarte). Egli vive intorno al 500 a.c. quindi sempre poco dopo i fatti.

Il fatto principale attorno a cui si snoda la narrazione di cui questo è solo il primo di tre volumi, è la Battaglia del Mar Sardo, che sarebbe avvenuta in una data non meglio precisata tra il 541 ed il 535 a.c.

Sul cognome Velianas si sviluppa una narrazione entro la narrazione, con le mitiche origini della famiglia.
Essi infatti risalirebbero a Vel Heskanas, figlio di Aine, nipote di Hanksh, fuggitivi da Tarvisha.

Di chi stiamo parlando?

Tarvisha è una traduzione in Etrusco/Tirrenico di Tarhuisha, il nome anatolico di Troia. Ed è anche il possibile toponimo originario di alcune località in area Retica, ad esempio Treviso, e Tarvisio.

Hanksh è una versione plausibile dell'endonimo per Anchise, Aine è da vari studiosi considerata una versione plausibile per Enea, e Vel dovrebbe essere la forma Etrusca per Ivlvs, ovvero Julo.

Dal momento che Julo è anche noto come Ascanio e poichè presso Orvieto è attestato il cognome Hescana, la mia suggestione, la mia ipotesi è che si sarebbe potuto chiamare Vel Heskanas, se fosse stato un Tirrenico, o "Turshana" come chiamo io il ramo allogeno dei Rasna, in riferimento ai "Tursha" presenti nella lista egizia dei "Popoli del mare".

Su questo cognome si dice anche che è l'esonimo per il misterioso popolo che porta il nome Liku di Wara Saka, i cui domini sono a settentrione di quelli di Velzna (mi sono ispirato agli Oschi di Tuder - Todi - Tular, confine, in Etrusco)

Vel Heskanas è il mitico fondatore di varie città etrusche, Vel-khe, Vel-zna, Vel-athri, e di lui si dice abbia sconfitto il mostro o drago Vulth (mi sono liberamente ispirato alla leggenda del mostro Volta)

Suoi compagni guerrieri e buoni amici sono personaggi i cui cognomi sono Tethnas, Harulenas, Cainas, Lartheas. Essi sono membri di famiglie proprietarie di tenute, con all'interno un villaggio che accoglie i molti lavoratori.

E così Spur (Città) Larthea è la tenuta dei Lartheas, Spur Harulena, quella degli Harulenas, Spur Caina dei Cainas, Spur Tethna dei Tethnas.

Sono attestati i cognomi Harulena e Tethnas da cui avrebbero preso origine i toponimi di Arlena di Castro e Tessennano, cittadine entrambe nei pressi di Tuscania.

Cainas, in analogia a Cai-sra, (Caere, Cerveteri) e Cai-sna (Cesena, Cesano) è un cognome da cui potrebbe essere plausibile tragga origine il toponimo Canino altro paese del viterbese.

Lartheas, variante di Larthe (nome del fiume Marta in antico) potrebbe essere una ipotesi plausibile per Latera altra cittadina del viterbese, sempre nelle vicinanze di Canino, Tessennano, Arlena.

Per cui il gruppo di amici di Larth Velianas, che invece è membro dei Velianas di Curnth (liberamente ispirata al toponimo Cornos nel comune di Marta) tenuta che deriverebbe il suo nome dalla greca Corinthos da cui si dice derivi un antenato della famiglia (questo a dispetto di quello che invece dice la leggenda).

sabato 7 luglio 2018

Ipotesi di toponomastica retica in Svizzera.

Avevamo già formulato alcune ipotesi in questo articolo. Dove in particolare sospettavamo una correlazione tra la parola Schwytz ed un possibile Retico ŠVITH.
A tal proposito, possiamo fare un confronto con il nome Etrusco di Sovana: SVE-AMA, ma non solo.
Infatti anche il gentilizio del famoso storico e biografo romano Gaio SVETONIO Tranquillo, meglio noto come SVETONIO è alquanto suggestivo.
Di Svetonio ci sono pervenute diverse opere. Ma della sua biografia ci interessa che:
il padre, Svetonio Leto, era tribuno angusticlavio della XIII legione, che servì   Otone l  Quindi, SVETONIO Leto servì nell'esercito di Otone (Lat OTHO), che era di Ferento (Etr. F'RENTH) ed il cui cognome etrusco poteva essere UTHE o UTHES (cfr. UTHUSTHE, 'Ulisse/Odisseo' presumibilmente nome Tirrenico).
Ora, non abbiamo elementi per dire che SVETONIO fosse di origine Etrusca, ma solo servi un (probabile) etrusco di Ferento. Comunque la radice SVE- SVI- nella lingua retica ed etrusca andrebbe approfondita.Sulla toponomastica Retica aggiungiamo alcuni elementi.
Nel Cantone Uri, situato a nord del Canton Ticino, oltre il Passo del San Gottardo, scorre il fiume Reuss. Il nome latino era RVSA o VRSA. Quest'ultimo nome ci interessa. Infatti potremmo ipotizzare un URTH(E) (cfr. Orte) con la radice UR- pretirrenica e presumibilmente Ligure (forse WARA cfr. Basco UR, e toponimi Var, Varazze, Varese) presente in URCLA (Lago di Bolsena), URCLE(?) (Urcionio, Orcia) e URCLANIL(?) (Nome della moglie Etrusca di Claudio, PLAVTIA URGVLANILLA ). 
Questa zona ha grande importanza nella storia della Svizzera. Fu qui nel XIII secolo che gli abitanti delle valli circostanti, corrispondenti ai cantoni di Uri, Schwytz e Unterwalden (it. Sottoselva o Untervaldo) si riunirono in una federazione. In pratica la Svizzera nasce sulle rive di questo lago.
Possiamo fare allora una affascinante congettura. Ossia che gli abitanti delle valli, discendenti dei Reti, i quali al pari degli Etruschi, prediligevano la struttura federale, organizzati in varie città stato, ne abbiano riproposto lo schema sulle rive di un lago. Su quelle rive magari poteva esserci l'equivalente Retico o uno degli equivalenti Retici del FANVM VOLTVMNAE/ FANU VELTHURNAS degli Etruschi di cui si ipotizza l'Isola Bisentina come uno dei possibili siti. 


2. Lo stesso nome del Cantone, URI che tradizionalmente viene derivato dal nome 'Uro' del bue selvatico, potrebbe essere semplicemente il nome retico del territorio ricco di acqua, infatti il Reuss/VRSA/URTH(E) confluisce nel Lago dei Quattro Cantoni, noto anche come lago di LUCERNA (nome sfacciatamente Etrusco/Retico).

giovedì 6 aprile 2017

Il Pantheon germanico ha qualcosa di familiare

Qualche tempo fa pubblicammo questo articolo che suscitò parecchio interesse.

In esso prospettavamo la suggestiva ipotesi che Odino fosse un viaggiatore-aruspice-sciamano che poteva aver avuto agli occhi di popoli germanici più primitivi un aspetto talmente carismatico da essere divinizzato.
Ebbene ho voluto dare una occhiata più attenta all'intero Pantheon germanico.

La fonte di riferimento è semplicemente Wikipedia.

Per prima cosa, gli Dei sono detti, e già ne parlammo, gli Æsir ed il singolare Dio è Às. Tutto ciò somiglia in modo imbarazzante al modo etrusco per chiamare un Dio: AIS ed il plurale AISAR.

Va aggiunto inoltre che Ás non vuol dire 'dio' in germanico. Ci aspettiamo una forma tipo 'Got' (cfr ingl. God ted. Gut etc.)

Sorvoliamo inoltre sulla curiosa analogia fonetica tra i dialetti germanici meridionali (il tedesco ad esempio Alämannisch o Alemanno) e la possibile pronuncia etrusca. Pensate solo a come si rende in italiano un locutore tedesco che provi a parlare la nostra lingua. "Tu prafo a parlare mia linkva". L'uso massiccio delle 'sorde' in luogo delle sonore e della forma 'kv' in luogo del 'gu' e 'qu' è perfettamente compatibile con la fonetica etrusco retica.

Non vogliamo dire che le lingue germaniche almeno le meridionali abbiano mutuato ciò dall'etrusco retico ma è plausibile.

Passiamo invece a vedere le varie 'familiarità'.

Per prima cosa, basti pensare al luogo ove gli Æsir vivono e di cui sono originari.

Si tratta di Ásgarðr in cui si ha una radice Ás per Ais = Dio e la parte successiva (forse in germanico vorrà dire 'città' o 'luogo') limitiamoci a valutare la similitudine fonetica del suffisso -garðr con Curtar come plurale di Curt radice arcaica presente sia in etrusco che in proto indoeuropeo per "città", cfr Curtun, Gortyna, ma anche Gorod e Grad slavi.

Da Wikipedia leggiamo che

" Secondo l'interpretazione evemeristica di Snorri Sturluson, gli Æsir erano originari dell'Asia (Asíá in norreno) e da quel luogo si sarebbero spostati seguendo il loro capo Odino verso le terre del nord, fermandosi in Svezia (Svíþjóð). La loro patria d'origine era Ásaheimr ("regno degli Æsir"), anche chiamata Goðheimr ("terra degli Dèi"), e capitale di tale regno era Ásgarðr ("recinto degli Æsir") che Snorri curiosamente identifica con Troia. "

Insomma tale città sarebbe nientemeno che Taruiša ovvero Troia. Città su cui abbiamo speso molto studio per ipotizzare la sua strettissima relazione coi Turša o Tirreni.

Ma non solo.

Questa affascinante descrizione ci potrebbe persino indurre a pensare ad Asia come derivato della antica radice Ais per Dio come "terra degli Dei", identificabile con l'Asia Minore ed il Caucaso da cui arrivano i nostri Tirreni

Ecco l'elenco completo degli Dei Æsir.

Æsir
Odino (Óðinn)
Ce ne siamo occupati nell'articolo citato sopra. Ricordiamo brevemente che la nostra ipotesi è che Odino da cui sembra prende il nome Udine derivi dal nome o cognome proprio etrusco retico HUTHINA legato alla radice 'huth' = numero quattro.

Thor (Þórr)
Anche di questa divinità ci occupammo.
Ipotesi possibile: Da un nome proprio Thur. Si noti che il Dio usa una arma micidiale, un martello, che sembra perfettamente mutuato dal Dio necroforo etrusco Charun. Solo che quest'ultimo la usa per finire i moribondi mentre Thor per uccidere chiunque gli si presenti come nemico.

Baldr
Interessante notare come una possibile forma etrusca sia VELTHUR, un nome proprio etrusco che significa 'falco' (da cui il latino VVLTVR).
La ipotesi è come detto nell'articolo citato che si tratti dei nomi di condottieri etruschi che in una o più spedizioni attraverso le terre dei germanici abbiano trasmesso il loro sapere, la loro cultura, il loro alfabeto e la loro religione.

Týr vale una osservazione simile a Thor. Thyr o Tyr è peraltro una versione greca della radice Tur- come in Turan e in innumerevoli teonimi e toponimi vari incluso l'endonimo(?) dei Tirreni 'TURŠA' o 'TARHUIŠA'

Bragi potrebbe essere un altro nome proprio di una spedizione etrusco-retica forse relazionabile con l'etrusco 'VELCHE' (endonimo di Vulci).

Heimdallr
Questa divinità è affascinante. Si tratta di una sorta di dio dei confini. Il suffisso -dallr richiama esattamente la parola TULAR 'confini' appunto in etrusco.
Ma ci viene invece detto che la etimologia germanica è 'incerta'.
Dall'etrusco invece è chiarissima.
Ad esempio AM TULAR vuol dire 'sono (il) confine' o 'essere (il) confine'.

Höðr
Forse correlabile con HUTHAR (' i quattro')

Víðarr
Altro nome plurale. Cfr. VETHAR, VITHAR

Váli
Forseti
Loki

Anche in questo caso sono possibili delle rese in etrusco.

Attenzione. Ovvio prima che arrivi qualche polemista 'preparato', non è detto che sia effettivamente così, o che sia così per tutti. Ma non può essere escluso e pertanto è lecito suggerire.

Ásynjur
(Osservare che il singolare femminile è Ásynja molto simile alla forma etruschizzante AISNA)

Frigg
Sága
Eir
Gefjun
Fulla
Sjöfn
Lofn
Vár
Vör
Syn

Hlín
Ci limitiamo a far notare la somiglianza col greco omerico HELENA

Snotra
Gná

Per ciascun teonimo si può proporre una versione retica.

Ásgarðr che possiamo immaginare con un equivalente nome etrusco retico AIS CURTAR ('Le città(?) del dio') tra l'altro va incontro ad un destino che è il 'ragnarök' e a me verrebbe in mente una forma etrusca come RACNARCE o persino RASNAR CE una sorta di plurale impersonale con la forma al passato ma è un mero esercizio linguistico. Piuttosto è interessante notare che questo ragnarök è la distruzione con l'inganno di Ásgarðr.
Come se la Teogonia germanica proiettasse nel futuro qualcosa avvenuto nel passato remoto dei Tirreni.

Concludo rammentando del grande interesse del Re di Svezia per gli Etruschi.

Io parlavo con gli amici dicendo ironicamente che gli piacevano perché loro hanno come nome proprio Lars.

Forse è più di una battuta.

Forse un nostro Lars o Larth o più di uno, in Scandinavia ci è finito sul serio. 


martedì 7 marzo 2017

Toponomastica sarda: il gruppo -ng- e -rg-



Ci occupiamo spesso di antiche civiltà della Sardegna. Abbiamo molti motivi per farlo.
In primo luogo la vicinanza geografica con il territorio etrusco, ci fa dedurre che i rapporti tra l'isola e la terraferma etrusca siano stati continui, frequenti e reciproci.
Sappiamo che gli etruschi ebbero un ruolo fondamentale nella battaglia del Mar Sardo del 550 a.c. in cui presero la focese Alalia/Aleria. Sappiamo che parteciparono Shardana di Sardegna assieme a Fenici, Corsi, Etruschi probabilmente di Tarquinia e Caere, forse Balearii e mercenari Ligures di altri territori.
Sappiamo di interessanti ipotesi toponomastiche proposte da Pittau su alcune località sarde come Tertenia, Tortolì, e persino l'idronimo Tirso ha assonanze familiari.
Ne sappiamo a sufficienza insomma per includere senza timore di essere "fuori tema" l'isola di Sardegna nelle nostre analisi.
La Sardegna rappresenta un prezioso unicum culturale e specialmente linguistico.
È linguisticamente divisa allo stato attuale in almeno cinque aree.
1.) La Gallura a nord ad esclusione della zona di Olbia, ha una lingua italoromanza di derivazione corsa. Normalmente viene attribuita alle migrazioni che avvennero fin dal 1500 dalla Corsica.
Una traccia onomastica della presenza corsa nell'isola e specialmente in Gallura e sassarese è data ad esempio dal cognome Cossu (Corso) e dal famoso cognome sassarese Cossiga (che andrebbe pronunciato Còssiga ed è un esito sardo dal catalano Còrcega ossia appunto Corsica).
È tuttavia possibile che una base ligure oltre a quella dei ligures ormai latinizzati ed italianizzati corsi precedente fosse permasta. Sappiamo che l'area gallurese orientale era in antico il territorio degli Ilienses (forse affini ai ligures Ilwa(?) dell'Elba) e dei Balares (forse i Balara(?) ).
Il 'Galluresu', è caratterizzato dall'uso del Lu e Li come articolo determinativo analogamente al corso settentrionale ed a molti dialetti dell'Italia centro meridionale; e dal singolare lambdacismo nel distretto di Arzachena (in lingua locale Alzachena).
La formazione del plurale in -I ed -E e la morfologia e sintassi delle parole è puramente italica seppur sardizzata con fenomeni di sonorizzazione e di betacismo.
2.) La zona di transizione di Castelsardo e Sassari (Castiddaiu, Sassaresu) dove coesistono elementi italici e sardi.
3.) Il Logudoro (area medio settentrionale) caratterizzata dall'uso del Sa, Su come articolo determinativo singolare e Sas e Sos per il plurale, e dal plurale in -s pura. Molto frammentato in una ampia varianza di sfumature.
4.) Barbagia - Nuorese
È definita dai sardi stessi l'area più linguisticamente conservativa. È un isola culturale e linguistica nell'isola.
Del resto sappiamo che i Romani stessi mantennero una frontiera con la BARBARICIA, il MARGINE o 'Marghine'.
Un amico sardo mi disse che i locutori della zona di Nuoro agli orecchi di un campidanese "non hanno accento".
Posso ipotizzare che si riferisca ad una maggiore enfasi del fenomeno della tonizzazione sillabica tipico della locuzione sarda.
5.) Campidano
Praticamente tutta l'area meridionale. Ad eccezione della zona dell'Ogliastra a sud est, che a sua volta presenta delle caratteristiche proprie.
L'area è vastissima.
L'articolo determinativo singolare è sempre Sa e Su. Ma il plurale è unico al femminile e maschile in Is.
Da Oristano (Aristanis pressoché lo stesso nome che in latino) ove si usa il plurale in -s come in Logudoro. Passando per il meridione da Carbonia Iglesias fino a 'Casteddu' come i sardi chiamano Cagliari, dove invece il plurale usa la forma -*s* dove * è una stessa vocale che si ripete. Esempio:
Sa Conca (la testa) => Is Concasa (le teste)
Su Pippíu (il ragazzino) => Is Pippíusu (i ragazzini).
In questo panorama linguistico vastissimo, oserei definirlo un continente linguistico a se stante, vengono identificati dei fenomeni fonetici e morfologici caratteristici.
a) diffuso betacismo: ad esempio il gruppo latino -QVA- -QVE- -GVA- -GVE-
ha esito tipico in -BA- -BE-
esempi:
QVATVOR => BÀTTORO
LINGVA => LIMBA
AQVA => ABBA
il betacismo riconduce il gruppo linguistico sardo al gruppo protoligure-iberico-numidico. E esistono diversi toponimi che ricordano ad esempio parole della lingua basca.
In sardo abbiamo Uri, Uras, ed in basco Ur è 'Acqua'.
Abbiamo Marrubiu, ed in basco Marrubi è 'fragola' e Marrubia 'la fragola'.
b) fenomeni di labializzazione
Come nel napoletano, dove PLANVM dà CHIANU si ha in sardo SCHIRRU, SCHIRONI per 'Spiedo'.
c) fenomeni diffusi di scambio di fono, nella posizione, in particolare su liquida.
Ad esempio GRATICA da cui GRATICVLA (la graticola) diviene CARDIGA con fenomeno di inversione non solo sulla liquida ma anche sulla sonora.
Altro esempio, dal latino DVLCE con -C dura abbiamo l'oristanese DRUGHE
e molti altri fenomeni di derivazione e produzione grammaticale unici per la lingua sarda.
Ci vogliamo soffermare su un fenomeno presente in modo massiccio nel sardo ma presente anche in altre lingue neolatine. Ossia il passaggio da -RJ- -NJ- con I semivocalica a -RG- -NG- .
Questo fenomeno è presente anche ad esempio nel Retoromanico (Romancio) e nei dialetti lombardi come il Bresciano, nella parola che origina dal latino HISTORIA, che dà luogo a STÒRGIA o ŠTÒRGIA in Romancio. Sarebbe interessante valutare il contributo del substrato retico o ligure al fenomeno.
In sardo vediamo alcuni esempi.
FORDONGIANUS: Località in provincia di Oristano
abbiamo questa ipotesi, una sonorizzazione di T a D ed un passaggio a -NG- oltre ad una apertura della vocale da U a O da un originario FORTVNIANVS dal nome latino FORTVNIO. Tipica e diffusa attribuzione toponomastica per i FVNDI. Quindi era un FVNDVS FORTVNII o FORTVNIANVS
PLANARGIA: Già abbondantemente descritto in letteratura da PLANARIA
BAINGIO: Nome proprio di persona, mi diceva Daniele Castori che sia una forma più sarda del nome GAVINO.
Il passaggio da CAVINVS potrebbe essere attraverso il derivato CAVINIVM ma attraverso un intermedia rotazione vocalica del gruppo -AV- a -VA- in CVAINIVM ovvero QVAINIVM da cui la betacizzazione in BAINIVM e quindi BAINGIO
MORGONGIORI: sempre in provincia di Oristano. Qui possiamo fare una ipotesi.
Potrebbemmo ipotizzare in analogia con FORDONGIANUS una mutazione vocalica, e il passaggio a NG, se ipotizziamo quindi una rotacizzazione sistematica ed una mutazione di nasale potrebbe essere un esito da MVLCVM IVLII o un troncamento tipo da MVLCVNIA IVLIA o MVLCONIA IVLIA o persino uno scambio da MVCLONIA o MVCRONIA.
Come esito estremo potremmo pensare ad una ripetizione della G in forma dura.
Ad esempio nel dialetto della Tuscia di Marta, dal latino MORI (morire) si ha la forma dura MORGHI o MORGHE e da PARI (sembrare) PARGHI o PARGHE.
Allora potrebbe essere un MVRIVM IVLII o MVLIVM IVLII fino ad azzardare un MVLIER IVLIA = 'la donna (chiamata) iulia'.

domenica 5 marzo 2017

Qual'è il nome etrusco di Tuscania?



Se c'è una zona ad altissima densità di storia e di siti di interesse archeologico in Etruria, essa è sicuramente la Valle del Marta.

Se le direttrici di spostamento degli Etruschi furono dalla costa verso l'interno, e se Tarquinia è considerata assieme a Cerveteri (Tarkh'na e Caisra) le due prime città di fondazione Etrusca, sicuramente il percorso dal fiume Marta (il cui endoidronimo si ipotizza Larthe) è uno dei primi seguiti dagli esploratori che si addentravano nei territori ancora sotto il dominio delle popolazioni primitive di quelli che Erodoto chiama Umbri ma che alcuni toponimi come Lugnano in Teverina, Sipicciano, Graffignano, Luni sul Mignone, Monti Sabatini ci inducono a pensare, potrebbero essere persino dei Ligures.

In questo percorso, il primo centro abitato di rilievo è Tuscania.
Esso sorge all'incirca a metà percorso tra la costa Tirrenica e il Lago di Bolsena (in antico il Lacvs Tarqviniensis).

Tuscania è sicuramente uno dei primi centri di fondazione etrusca.
Che sia antica ce lo dice, oltre ai sarcofagi che sono esposti nella Piazza del Municipio, la strada basolata (la Clodia?) che muove verso la città medievale dalla collina dove sono site le Chiese Protoromaniche di Santa Maria Maggiore e San Pietro (probabilmente su siti di Templi Etruschi e Romani di un certo rilievo dato che i nomi delle due Chiese sono gli stessi delle due Chiese più importanti di Roma, il Laterano e il Vaticano).

Che sia molto antica ce lo dice la logica. Se il sito del Lago di Bolsena, oltre a quello del Lago di Mezzano, e l'area più a nord di Vulci, sono tra le prime esplorate, e se la direttrice arriva fino a Orvieto (Velzna), la prima tappa è per forza Tuscania.

Il nome di Tuscania è però piuttosto "artificiale". Infatti esso è una forma aulica ed arcaica di "Toscana", ed in un periodo più antico era detta "Tuscana".

Piuttosto generico, è un termine derivato da "Tusca" o "Tosca" ossia semplicemente (città) Etrusca.

Perchè questo nome così vago per una storia così importante? Da ricerche in rete ci viene detto che già nell'88 a.c. questo MVNICIPIVM Romano è noto come Tuscana.

Tark'hna diventa Tarquinia, Caisra diventa Caere, Velzna diviene Volsinii Veteres, Velkhe diviene Vulci, insomma ogni città etrusca conserva un toponimo assonante, simigliante, invece Tuscania è semplicemente e banalmente Tuscana. Perchè? Cosa si è perso? Cosa volevano i Romani che si nascondesse? Oppure si tratta solo di una nuova colonia romana con un nome del tipo COLONIA TVSCANA e nulla più? Forse la deduzione come Volsinii Novii di qualche altro sito nelle vicinanze?

A non molta distanza, ci sono paradossalmente due borghi che hanno strettamente mantenuto la loro toponomastica Etrusca, riferiti a due illustri famiglie.

Arlena di Castro, dalla famiglia ARULENA, e Tessennano da TETHETHNAS(?), ma anche il toponimo CELLERE indica la presenza di CELLAE, di tombe, di edifici di sepoltura, di necropoli. Era un'area, ed è un area fortemente antropizzata, con incroci viari importanti, la Clodia, e le perpendicolari dall'interno, in primo luogo dal Lago di Bolsena, dove a sud si avevano le strade VERENTANA e LARTHINA(?) presso Marta, che collegavano l'area della Foce con la zona di VISENTIVM (VESENTH?) e VERENTVM (VERENTH? forse la stessa città di VESENTH rotacizzata).

Nell'area poco a nord di Tuscania si sa di rinvenimenti nel periodo intorno alla seconda guerra mondiale di tombe, forse Villanoviane o "Ligures". E nell'area della Mergonara, o di Ponte Tullio, nel Comune di Marta, si hanno tracce di selciati, e di pietrischi stradali.

Come mai il nome di Tuscania, il suo antico vero nome, si è perso?