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martedì 22 gennaio 2013

Salviamo la documentazione sul gruppo RASNA: Dante e gli Etruschi


si tratterà di un pensiero un tantinello "naif", ma pensavo che la più grande opera letteraria che si occupa dell'aldilà (o quantomeno una delle più famose in assoluto), in epoca moderna, ossia la Divina Commedia, è stata scritta come è noto da Dante di Alighiero Alighieri, volgarmente noto come Dante Alighieri. In un contesto geografico culturale pienamente Etrusco (anche il suo esilio a Ravenna, cade comunque in area che fu RAS'NA, Ravenna era RAV'NA). Egli per giunta, in quest'opera enorme, che descrive i Tre Regni che secondo il Cristianesimo o la Teologia Medievale ripartono l'Oltretomba, si fa accompagnare da Virgilius Maro, che abbiamo già detto molto probabilmente fu di origine Etrusca, in Mantova (etr. Manthva neoet. Mançva). [tranne nell'ultimo dei tre Regni, il Paradiso dove per non incappare nel rischio di censura o eresia ecclesiastica deve usare un tecnicismo ed usa un'altra figura, Beatrice] E' un puro caso che il più grande trattato sotto forma poetica della vita ultraterrena sia stato redatto da un possibile discendente degli Etruschi e che veda come coprotagonista un Etrusco? Oppure Dante in realtà attinge ad un contesto in cui quest'attenzione all'Oltretomba si tramanda attraverso i secoli? Esiste in definitiva una possibile relazione tra la Toscana di Dante, l'ambiente culturale di Dante, ed il mondo etrusco? E' veramente solo un caso che un Neoetrusco si sia occupato di descrivere con tanta meticolosità il mondo ultraterreno, verso il quale i nostri antenati avevano così grande interesse??
Mi piace ·  ·  · 4 novembre 2012 alle ore 15.47
  • Ermir AsllaniLucyan Loki LookinitFausto de Longis e altri 10 piace questo elemento.
  • Rodolfo Caroselli Considerazioni molto interessanti, Fabrizio.
  • Fabrizio Baldi Era da un bel pezzo che ci pensavo.
  • Barbara Marchi "O voi che avete gl'intelletti sani, mirate la dottrina che s'asconde sotto il velame delli versi strani"
  • Fabrizio Baldi If IX 61-63. Eccellente Barbara. Forse Dante "tra le righe" vuol dirci che c'è qualcosa in più nella Commedia. La disamina dei Tre Regni dell'Oltretomba contiene forse qualcosa sugli antichi Padri di cui venne a conoscenza?
  • Paolo Melissi è risaputo comunque che le influenze "occulte" presenti nella commedia non siano etrusche, però 
  • Mauro Soriani Io penso che non sia un caso, se non altro perché esiste la coscienza dei popoli, cioé quell'insieme di sapienza, riti, miti, convinzioni e consuetudini specifiche di un popolo che sono in grado di attraversare i millenni, dal momento che non vengono sbandierate in pubblico, ma raccontate e meditate davanti al camino acceso, la sera. Virgilio discendeva da una famiglia di magistrati locali etruschi, come dice il suo cognomen "Maro", sicuramente da "Maru". Lo sapeva Dante? Chissà. Perché Virgilio, sul finire della sua vita, voleva distruggere il manoscritto dell'Eneide? Perché conteneva falsità imposte dall'autorità imperiale? Chissà. O forse Enea era etrusco, profugo dal distrutto impero ittita?
  • Maria Letizia Verola le fonti di Dante sono molto più complesse, Fabrizio 
  • Maria Letizia Verola i poemi didascalico-allegorici, la lettaratura apocalittica (dall'Apocalisse di Giovanni alla Visio sancti Pauli al Libro della Scala di Maometto), le visioni dell'aldilà (anche quelle nate in ambienti monastici irlandesi dove la tradizione celtica è ancora radicata, come la Navigatio sancti Brandani e la Visio Tungdali) ecc. ecc.
  • Rosso Fuffi già Cecilia Gatto-Trocchi osservò che Dante aveva ripreso i temi della Classicità adattandoli al contesto cristiano.
  • Rosso Fuffi Innanzitutto le Triadi cioè il ripetersi del Tre come Tre erano i Vani del Templio Etrusco
  • Rosso Fuffi Nella teologia cristiana, non esiste il purgatorio: questa è una riproposizione della Prateria degli Asfodeli della cultura Classica
  • Rosso Fuffi Il recupero delle figure dei Tre giudici degli Inferi: Minosse, Radamante, Eaco. Non c'è nessun santo cristiano addetto a giudicare le anime dei defunti
  • Rosso Fuffi Il Limbo non esiste nella teologia cristiana ma era presente uno spazio simile in quella Classica in cui sostavano per breve tempo le anime destinate alla Reincarnazione. Gli Etruschi credevano fermamente alla Metempsicosi e Dante sembra suggerirci quasi il desiderio di un Ritorno dei filosofi Classici tra i viventi.
  • Fabrizio Baldi Paolo MelissiMaria Letizia Verola non a caso io parlo di pensiero "naif", ingenuo, però, proprio in quanto complesso, nulla ci vieta di pensare che, oltre a fonti medievali colte, egli non possa aver preso cognizione di nozioni legate alla classicità. Mauro SorianiRosso Fuffi, si nel 1200 degli Etruschi o come magari potevano essere chiamati al tempo Toschi c'era conoscenza, ed è anche possibile, diciamo plausibile che la scelta di Virgilio non sia solo in quanto "aedo imperiale" ma perchè cantore dei Toschi, e Tosco Mantovano egli stesso. Del resto colloca Arrunte nell'Inferno tra gli Indovini, per cui una certa nozione del popolo dei Padri ce l'ha....
  • Rosso Fuffi Con un atto Rivoluzionario per la mentalità misogina del cristianesimo medio-evale, Dante nel paradiso (cioè nella riproposizione dei Campi Elisi) si fa accompagnare da una Donna
  • Rosso Fuffi in quello sembra quasi di ravvisare la Ninfa Egeria e Numa Pompilio.
  • Rosso Fuffi Di Dante è comprovata la sua appartenenza alla Società dell'Amore (insieme all'amico Guido Cavalcanti ed altri) che tutto era, come società Esoterica, ma non cristiana.
  • Rosso Fuffi Un breve excursus sui Cavalcanti: quando Torricelli Dimostrò la Veridicità della teoria Atomista della Materia, questo fu il completamento di un percorso di recupero del pensiero Epicureo iniziato da Cavalcante dei Cavalcanti e proseguito, sembra, dal figlio Guido
  • Rosso Fuffi Da notare che dei sacerdoti Etruschi si sa che erano Religiosissimi ma sembra che avessero anche delle conoscenze scientifiche: la granulazione dell'Oro non l'ho inventata io.
  • Rosso Fuffi Per l'appunto nelle Georgiche di Virgilio ci sono interi passi ripresi dal De Rerum Natura di Lucrezio, guardacaso...
  • Rosso Fuffi Lo riferisce con notevole perspicacia, Francesco Vizioli nella prefazione all'edizione Newton-compton dell'opera. Ancora più interessante perchè lo stesso ha dedicato un'intero paragrafo "Medioevo: Epicuro a Firenze" per descrivere il fermento culturale dei poeti del dolce stil novo
  • Maria Letizia Verola Cavalcanti sapeva ben poco di Epicuro (come tutti, nel Medioevo). Semmai Cavalcanti ha aderito a quello che si chiamava aristotelismo radicale (o averroismo latino), che la Chiesa condannò. Anche se Dante salvò uno dei suoi rappresentanti, Sigieri di Brabante, collocandolo nel Paradiso. Quanto al De rerum natura, ricordo che sarebbe andato perso anche per noi, fino a quando Poggio Bracciolini recuperò un manoscritto integrale dimenticato nell'abbazia di Fulda.
  • Fabrizio Baldi Eccellente Rosso Fuffi, Umberto Pannucci nel suo libro su Bisenzio dice (ma non solo lui) che gli Etruschi erano il popolo più religioso dell'Antichità. Religioso e capace di creare un connubio tra Ragione, Scienza e Fede che credo si sia mai più verificato, perchè sotto il cristianesimo come le vicende di Galileo ci insegnano invece le due cose diventano spesso ahimè quasi antitetiche. Ed inoltre c'è come dicevi anche tu un riferimento Trinitario chiaro nella Divina Commedia può essere molto antecedente a quello Cristiano, ad esempio, la butto là, la Triade che poi diviene Capitolina, TINIA, UNI e MENRVA.... proviamo a fare una ipotetica associazione tra gli Inferi e Tinia, tra il Purgatorio e Uni, e soprattutto tra Paradiso e MENRVA, la Sapienza che è con grande frequenza citata proprio nel Terzo Regno, il regno Superno, e che forse è incarnata da Beatrice. Naturalmente io sto facendo ipotesi che però chi ne sa più di me potrebbe verificare.
  • Fabrizio Baldi Scusate scrivevo molto e lentamente per cui mi sono perduto dei commenti ora aggiorno la pagina e rileggo.
  • Fabrizio Baldi Certo Maria Letizia Verola, resta la sostanza che Dante non era così "credente" o devoto a Santa Madre Chiesa da creare un'opera così "Sacra" negli intenti apparenti. Insomma era in contatto con ambienti abbastanza eretici da produrre qualcosa sui regni ultraterreni che potrebbe riservarci sorprese se analizzato da una prospettiva diversa. Gli stessi personaggi che vengono collocati nei Tre Regni andrebbero rivisitati alla luce del possibile "etruschismo" (pessima parola) di Dante....
  • Rosso Fuffi "Tosco, per qual paese vai io ti conosco"
  • Maria Letizia Verola Fabrizio, non è poi così peregrino inseguire le insorgenze pagane nell'immaginario medievale. E' stata d'altra parte una politica della Chiesa, quella di conciliare il vecchio al nuovo. Per fare qualche esempio: la ritualità mitraica e la festa di Sol invictus adottate dalla liturgia cristiana, l'iconografia di Orfeo riproposta nell'arte paleocristiana, la lettura allegorica dei classici ...
  • Maria Letizia Verola in fondo lo sappiamo già. C'è una sorta di sincretismo autorizzato dalle istiituzioni religiose ..
  • Maria Letizia Verola Un’osservazione su uno degli interventi precedenti. Benché il dogma trinitario si sia definito a cavallo tra il Concilio di Nicea (325) e quello di Costantinopoli (381), la credenza trinitaria era già diffusa nel cristianesimo pre-niceno. Le più antiche attestazioni si ritrovano nel vangelo di Matteo, che forse non è da identificare con l’apostolo, ma che certamente è un giudeo cristiano, se non altro per la caratteristica distintiva di rimandare ripetutamente ai passi profetici del Vecchio Testamento a conferma della natura messianica di Gesù. 
    « πορευθέντες οὖν μαθητεύσατε πάντα τὰ ἔθνη, βαπτίζοντες αὐτοὺς εἰς τὸ ὄνομα τοῦ πατρὸς καὶ τοῦ υἱοῦ καὶ τοῦ ἁγίου πνεύματος » (Matteo, 28, 19)
    « Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo ».
    Ma la tesi di Fabrizio è molto intrigante. Non so, se vogliamo riconoscere un apporto indoeuropeo nella nascita della credenza trinitaria, potremmo ipotizzare che ci sia stata una mediazione della comunità essenica. La credenza trinitaria potrebbe appartenere a loro, a loro volta influenzati dallo Zoroastrismo. Che ne pensa Cecilia Marchese?
  • Cecilia Marchese Grazie Maria Letizia - gentilissima per avermi chiamato in causa 
    Purtroppo in questi giorni sono molto occupata, quindi non posso soffermarmi a lungo su quest'interessantissimo argomento ed esaminare con attenzione tutti i vostri bei commenti.

    Intanto sull'esoterismo della Divina Commedia - questa è perfino un'ovvietà: il Poema è un fittissimo rimando di segni e simboli che arrivano solo a colui che detiene la chiave per comprenderli.
    Semmai la domanda è: qual è questa chiave ?
    Ovvero quale tradizione vuole tramandare Dante, celata dai dettami dell'ortodossia cattolica ?
    Guénon ha dedicato un volume intero all'esoterismo nella Commedia, mentre i Tradizionalisti Romani rivendicano l'appartenenza del Poeta ai Misteri dell'Aquila.

    A proposito: nel Basso Medioevo le cosiddette "visioni dell'aldilà" erano parecchio comuni. Generalmente erano ispirate per lo più da una certa impostazione favolistica popolare, ma non mancavano i testi di alto livello mistico ed esoterico - come "La Scala di Maometto", attribuita al profeta Muhammad, e sicuramente nota a Dante.

    Per quanto riguarda il concetto di Trinità, se perlomeno lo consideriamo come triplicità divina, esso è antichissimo e legato all'osservazione delle Fasi Lunari (Crescente, Piena e Calante: la Luna Nera non viene contata poiché è la sintesi del Mystero, ineffabile) che esprimono con il loro alternarsi la ciclicità naturale di qualsiasi evento cosmico.
    Il culto mediterraneo neolitico e protostorico (ma non solo mediterraneo) della Grande Signora dei Viventi appare impostato su questa triplicità - tant'è vero che esso resiste ancora oggi in certi aspetti relitti dell'hinduismo prevedico come triade Durga-Lakshmi-Kali e, ovviamente, a bizzeffe nei miti nostrani.
    Evidentemente, in qualche modo, questa triade (anche nella dottrina hindu) è stata reinterpretata al maschile - e sì, attribuirei questo cambiamento ai popoli indoeuropei, ma forse ci stanno di mezzo anche religioni uralo-altaiche come il Tengrismo (se i popoli indoeuropei erano originari delle steppe eurasiatiche, dunque vivevano fianco a fianco con i popoli uraloaltaici).

    Tornando al nostro discorso - senz'altro le comunità esseniche fondavano il loro insegnamento su forme sincretiche che assorbivano influenze orientali (persiane, tardo-indiane), ellenistiche ed egizie.
    So che molti mi darebbero addosso: ma genti indoeuropee erano stanziate in terra di Palestina nel corso di tutta l'Età del Bronzo, e lo stesso Abramo non era certo un beduino del deserto, quanto un nobile Mitanno che parlava qualche lingua franca semitica - dunque un indoeuropeo.

    Vi direi molto di più (anche per argomentare ciò che affermo a vantaggio dei nuovi arrivati - i soliti Rasna già sanno :)), ma purtroppo non posso dilungarmi oltre.

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