martedì 13 dicembre 2011

Sulle Teorie riguardo le Origini del Popolo Etrusco (Seconda Parte)

Ci riconduciamo a quello che dicevamo su di un post del Gruppo Rasna su FACEBOOK a proposito della "impronta germanica" in Italia.


Si è detto che la lingua germanica non risulta dominante probabilmente proprio a causa dell'esiguità complessiva del numero degli invasori germanici della penisola, che seppur classe egemone dovettero integrarsi e fare propria la LINGUA DI POPOLO, salvo tramandarci pochi lasciti come "brodo".

Ora, se un popolo che arriva e conquista, se non ha forza numerica sufficiente, e le invasioni barbarico germaniche ce lo comprovano, acquisisce la lingua preesistente salvo magari pronunciarla in modo distorto e quindi dare luogo a qualche modifica che determina o contribuisce a determinare una lingua neolatina dalla latina (anche se abbiamo detto che forse è più importante il substrato preromano), questi "pochi" Tirreni che approdano presso i "molti" Villanoviani devono essere stati "pochi ma buoni" o comunque molto CONVINCENTI.

Questo perchè mentre tutti gli altri buoni Villanoviani hanno continuato per la loro strada, con lingue quasi intellegibili tra loro, mentre i Tirreno-Villanoviani che diventano Etruschi parlano una lingua AGGLUTINANTE che non è semplicemente diversa E' PROPRIO LINGUISTICAMENTE E MORFOLOGICAMENTE DISTANTE DA TUTTE LE ALTRE. Per trovare lingue simili appunto dobbiamo andare in Anatolia, in Asia, o nel Nord Africa, oltre che in tutte le altre aree in cui è presente il gruppo Denè Caucasico. Inoltre, non è necessario che arrivi una quantità immensa di Lidii, come sostiene qualcuno, o per meglio dire di Tirreni. I Tirreni erano un popolo del mare, ed erano abili guerrieri come gli Shardana, tanto abili e spavaldi che erano riusciti a mettere in ginocchio la Potenza delle Potenze come l'Egitto. E con tutto il rispetto per i valorosi autoctoni Villanoviani, non credo che con tutta la loro buona volontà, una volta che i Tirreni avessero deciso di approdare dalle rive del Marta a Nord alle rive del Tevere a Sud i Villanoviani avrebbero potuto opporre una resistenza superiore a quella del Grande Egitto.



Ma c'è di più, è possibile che non sia stato necessario usare "le maniere forti", perchè magari i Tirreni d'Anatolia o d'Asia, anche se "pochi" erano appunto "buoni", o meglio portatori di tecniche e tecnologie, culti, metodologie varie che hanno conquistato le popolazioni ancora non pienamente evolute dell'entroterra del territorio della Tolfa e le genti Umbre come dice Umberto Pannucci, che risiedevano in piccoli e distribuiti villaggi anche a sud del Lago di Bolsena.

Del resto abbiamo detto spesso sul Gruppo FACEBOOK, che il mito di Tarconte e Tagete è un esempio per chi vuol vederlo dell'incontro di due civiltà, è li, davanti agli occhi, un contadino ara un solco ed il solco è un elemento sacro (il Pomerio, ossia il confine di una città viene tracciato appunto con un aratro), arriva un elemento "magico" (molto spesso le genti straniere che vengono da lontano vengono persino scambiate per dei guardate cosa accadde agli spagnoli nelle Americhe) sottoforma di nano, il nano o bambino anziano Tagete e cosa fa? Insegna tutto a TarX, dalla lingua alla religione.

E sempre tornando al paragone con le Americhe. I conquistadores furono molto pochi, oggi se andiamo a fare il DNA di moltissimi sudamericani verosimilmente troveremo forte parentela con gli aztechi piuttosto che con gli Inca o gli Olmechi che non con i Galiziani o gli Andalusi, ma PARLANO SPAGNOLO. Perchè comunque non solo dominarono ma dominarono culturalmente e soprattutto commercialmente e quindi linguisticamente. Ho saputo che la pronuncia portoghese del Brasile risente dell'accento genovese! Questo perchè molti genovesi finanziarono la colonizzazione e sono certo che non si trovi uno straccio di DNA ligure nei brasiliani eppure nella loro lingua c'è traccia di Liguria solo per una dominazione blandamente commerciale.

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