Le Teorie sulle Origini del Popolo Etrusco sono moltissime, come abbiamo detto, "Gli Etruschi hanno molto padri" o meglio molti ne rivendicano la paternità.
Ma la questione è annosa, ed si pone già mentre gli Etruschi erano civiltà viva e presente.
Seguiamo quanto viene detto da Mauro Cristofani nel celeberrimo suo "Dizionario Illustrato della Civiltà Etrusca", alla voce Origini [1].
Già il padre dell'Etnografia, Erodoto, nato ad Alicarnasso nel 484 a.c. [2] e vissuto nel periodo in cui gli Etruschi erano una potenza mediterranea, e quelli di Veio erano impegnati nelle battaglie contro i Romani, si pone la questione della loro origine.
Egli è estremamente preciso e certo della loro origine.
Nelle sue "Storie" (I, 94) sostiene non solo che essi sarebbero originari della Lidia in Asia Minore, ma indica anche il porto dal quale partirono, Smirne, le ragioni che li indussero a migrare, ossia una pesante carestia, i nomi dei loro comandanti, Tarconte (personaggio che ha lo stesso nome, in Etrusco TarX del mitico contadino che vide spuntare da un solco che stava tracciando il genio Tagete, "bambino anziano" che gli rivelò i misteri della Religione Etrusca e che fondò poi TarX'na Tarquinia) e Tirreno, figli di Telefo [3]. Essi avrebbero "oltrepassato molti popoli" ed alla fine sarebbero arrivati alle coste occidentali dell'Italia "presso gli Umbri".
Di questa teoria abbiamo frequentemente ed abbondantemente parlato. Abbiamo parecchi indizi a riguardo. Nomi di popoli come i Rutuli (guidati da Turno, residenti in Ardea e da Virgilio descritti come coloni Etruschi in terra Latina) che tornano nel Caucaso, fonemi che si riscontrano sia in Etrusco che in lingue Caucasiche agglutinanti ( anche se il fonema "par" sembra che sia simile alla pronuncia protoellenica, che però potrebbe essere a sua volta stata recepita dalle popolazioni preindoeuropee dell'Anatolia con cui gli Elleni potrebbero essere venuti a contatto nella loro migrazione da Oriente), e quant'altro. Per approfondimenti vi rimando agli articoli precedenti.
Ellanico di Lesbo [4] nato a Mitilene nel 490 a.c. e quindi contemporaneo di Erodoto, e che vive in un'isola che non dista molto da Lemno, né dalla costa dell'Asia Minore, sostiene invece che gli Etruschi sono Pelasgi che dal nord della Grecia si sarebbero spinti fin sulle coste dell'Italia.
Dionigi o Dionisio di Alicarnasso [5], nasce nella stessa località di Erodoto, ma 424 anni dopo, nel 60 a.c. quando ormai la Grecia è sotto la dominazione Romana, ed è contemporaneo di Virgilio.
Ai tempi di Dionigi "la moda è cambiata" a quanto pare, ed egli è il primo, o quantomeno il più famoso nell'antichità a sostenere la tesi dell'autoctonìa degli Etruschi. Egli sostiene che non c'è alcun nesso tra i Lidii, i Pelasgi e gli Etruschi, confutando quindi le due teorie precedenti. A lui dobbiamo la notizia che "gli Etruschi chiamano se stessi Rasènna" da cui abbiamo dedotto la presenza di una vocale nascosta in RAS'NA. Egli sostiene "che le informazioni le ha prese di prima mano da un Etrusco". E per carità, all'epoca in cui lui scrive o si documenta, presumibilmente dopo aver compiuto i vent'anni, diciamo intorno al 40 a.c., di Etruschi in giro ve n'erano ancora, però possiamo fare un efficace parallelo tra il momento in cui scrive Erodoto ed Ellanico ed il momento in cui scrive Dionigi per sapere quanto affidabili siano le informazioni prese dagli Etruschi del V sec. a.c. o da quelli del I sec. a.c.
Ormai da due secoli gli Etruschi sono cittadini Romani a tutti gli effetti. Ebbene immaginate di voler prendere delle informazioni sugli Aztechi. Avete due cronisti, uno del 1500, che è al seguito di Cortez nella spedizione contro Montezuma, ed uno nostro contemporaneo. Chi dei due vi darà informazioni più dettagliate sugli Aztechi? Attualmente ci sono dei discendenti degli Aztechi in Messico, ed attualmente ci sono lingue derivate dall'Azteco. Però un conto è documentarsi su un Popolo nel pieno della sua vitalità, ed un conto è documentarsi su un Popolo ormai da tempo assoggettato e de facto scomparso, presente solo come percentuale etnica in un determinato territorio. D'altra parte si potrà facilmente asserire che più passa il tempo più la ricerca progredisce per cui gli strumenti che aveva il cronista contemporaneo degli Aztechi sono inferiori a quelli del cronista "differito" del XXI sec. d.c. però possiamo dire che le conoscenze storiche dell'epoca di Dionigi e dell'epoca di Erodoto non fossero così dissimili, ma quest'ultimo ha avuto la fortuna di vivere all'epoca aurea del popolo su cui si è documentato.
Però ritornando ai tempi moderni, e volendo mettere sullo stesso livello le due tesi, la questione si può riassumere molto semplicemente in questo modo.
Gli etruschi parlano una lingua diversa dagli altri popoli italici, a cosa si deve questa diversità?
Abbiamo detto che:
Per Erodoto, gli Etruschi sono frutto della fusione dei Tirreni d'Anatolia con gli Umbri di Italia. Quindi prima c'erano gli Umbri, poi sono arrivati i Tirreni? Consecutio temporum: Umbri, Tirreni. I Tirreni si espandono a spese degli Umbri. Per Ellanico non sarebbero Tirreni ma Pelasgici comunque sempre Allogeni. E' curioso come i due autori siano vissuti praticamente nello stesso periodo, sono contemporanei della Civiltà Etrusca, quindi ci verrebbe in mente di pensare che hanno informazioni di prima mano da Etruschi vivi e vegeti.
Per Dionigi invece, gli Etruschi sono autòctoni. Allora la loro diversità si può spiegare solo in un modo, ossia che poi gli altri popoli italici, indoeuropei, sono giunti laddove vi era questo substrato di lingua agglutinante entro il quale è incluso il popolo Tirreno, ed allora il movimento è degli Umbri che invadono le terre dei Tirreni fino a confinarli nelle aree di lingua Etrusca.
A suffragio di quest'ultima tesi al di là delle considerazioni di Cristofani, ci sarebbe la presenza di aree di lingua agglutinante come i Paesi Baschi, la Finlandia, l'Ungheria. Questo ci fa pensare che esisteva in Europa una ampia fascia di popoli di lingua agglutinante, non indoeuropei, che partendo dalle pianure del Danubio passava per i Balcani, giungeva in Italia, e quindi passando per la Francia Meridionale (le aree dei Ligures), giungeva sino alla penisola iberica, fino a Tartesso. Per cui si spiegherebbe perchè a Tartesso si parla secondo gli antichi una lingua simile all'Etrusco, e perchè alle spalle di Tartesso c'è il Lagus Ligustinus (Lago Ligure appunto). Alcuni fanno notare che nell'Eneide i Troiani parlano di un "ritorno a casa", il che farebbe pensare ad una forte arcaicità delle popolazioni Etrusche. Ora sappiamo che i movimenti delle popolazioni Turaniche sono effettivamente molto arcaici, lingue agglutinanti si trovano nelle Americhe come abbiamo detto altrove proprio a seguito dei movimenti attraverso lo Stretto di Bering, che è stato possibile solo durante l'ultima glaciazione, ben 17000 anni fa. Allora proviamo ad immaginare questo. Popolazioni turaniche di lingua agglutinante si stanziano diciamo 10.000 anni fa nell'Europa Meridionale. Poi intorno al 1200 a.c. cominciano invece ad arrivare gli Indoeuropei, in particolare i Celti, i Germani, le popolazioni elleniche e le popolazioni italiche. Questi ultimi forse conoscono il ferro, e quindi sconfiggono ovunque i turanici che vengono mano mano retrocessi fino ai territori Vasconico Aquitani, a Tartesso, alla Pannonia, Alla Rezia, all'Etruria. Questo fenomeno di invasione in tempi recenti è attestato dalle invasioni dei Celti della pianura padana, le cui città hanno toponimi Etrusco Liguri, e dei Sanniti nell'Etruria Campana. Si parla del popolo pre indo europeo dei Sicani. Forse che questi Sicani erano di lingua agglutinante? Allora tra i Sicani vi erano i Tirreni che si fusero con gli Umbri stavolta invasori e non invasi? Questa è la pista alternativa, a mio avviso l'unica che può giustificare tanta diversità linguistica. Ma la questione è più aperta che mai.
[1] M. Cristofani, "Dizionario Illustrato della Civiltà Etrusca, pag 204, voce "Origini".
complimenti Fabrizio, un'analisi razionale che condivido pienamente
RispondiEliminaTina
..credo che dovrebbe essere presa in considerazione la cultura "civiltà" Rinaldoniana alle basi del popolo etrusco..
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